Progettare un logo fra dati, razionalità e intuito
Cosa serve per progettare un logo? Sicuramente l’analisi dei dati, ossia delle informazioni salienti che solo il committente può dare.
Quando commissioni un logo dovresti sentirti accolto, compreso e sentire che hai suscitato viva curiosità nel tuo fornitore, nel grafico che hai scelto per progettare un logo.
La progettazione di un marchio è un sapiente miscuglio di razionalità e intuito. Perché parlo di queste due qualità apparentemente in antitesi? Perché un creativo che progetta non può saltare a piè pari la fase di analisi e ricerca dell’ambito in cui si muove il suo cliente.
Poi arriva la fase della “decantazione”, ossia la fase in cui tutte le informazioni razionali acquisite devono depositarsi prima di venire utilizzate per progettare un logo. Come fossero le preziose foglioline di un tè pregiato.
Il cervello ha bisogno di staccare, inglobare le informazioni e lì arriva il bello, o dovrebbe arrivare. Si giunge alle connessioni fra cose, elementi, informazioni. La creatività è l’arte di “connettere” cose in apparenza distanti fra loro; ma anche la capacità di trasferire e rappresentare valore attraverso i segni.
Un logo deve rappresentare te e non essere un esercizio di stile per il grafico che te l’ha progettato. Deve piacere al tuo pubblico, perché si riconosce nei suoi valori percepiti e sottintesi.
Deve essere “bello”, ovviamente. E soprattutto deve durare nel tempo e non essere “un logo attuale”, inteso alla moda.
È una magia che nasce da una pozione in cui la parte destra e sinistra del cervello del tuo grafico si sono connesse.
Fra loro e non solo. Si connettono al cuore del tuo business.