Come impaginare un libro: le regole
Hai il tuo libro già scritto nel cassetto e ora ti chiedi come fare a impaginarlo? Leggi quanto segue e chiariamoci le idee su come impaginare un libro, il tuo!
Come impaginare un libro con le regole della “vecchia scuola”
Perché parlo di “vecchia scuola”? Perché gli strumenti cambiano, i gusti anche ovviamente, ma ci sono cose che nella teoria rimangono quelle e ci servono ad avere dei punti fermi nell’impaginazione.
Credimi, non è importante che i contenuti siano quelli di un libro di poesie o di una biografia di un musicista punk o di un romanzo rosa con tutti i santi crismi del romanticismo più sfrenato.
Ci sono cose, alla base di qualsiasi progetto grafico-editoriale su come impaginare un libro, che non cambieranno mai (per fortuna). A cambiare saranno i risultati formali, ossia l’estetica finale del progetto. Insomma avere dei punti fermi, ben venga, non può che fare bene in questi casi.
E in ogni caso io sono dell’avviso che conoscere le “sacre regole dell’impaginazione” serve per smontarle a ragion veduta, nel caso fosse utile per la buona riuscita dell’impaginato.
A chi è destinato il tuo libro?
Ancor prima di porsi la domanda su come impaginare un libro, la domanda vera è “a chi mi rivolgo?”, perché a seconda del tuo lettore ideale, la veste grafica del libro – in particolare della copertina – dovrà rispondere al loro immaginario estetico.
Un libro destinato ai bambini non sarà lo stesso di uno destinato agli adulti, volendo semplificare di molto il concetto.
Decidi che formato deve avere il tuo libro
Il formato del tuo libro ancora una volta dipenderà dal pubblico a cui fai riferimento. Molto velocemente però possiamo parlare del fatto che il più noto formato, vale a dire l’A4, è solo un pezzetto del puzzle che lo contiene. Infatti i formati cartacei fanno riferimento a uno standard internazionale.
Per farla breve, il formato base parte dall’A0 ed è un foglio di carta di 1 mq (841mm x 1189mm). I formati successivi (A1, A2, A3 e così via) si ottengono tagliando a metà la carta sul lato più lungo.
E noi oggi non vogliamo sprecare, giusto? 🙂
Ti serve una gabbia tipografica
La gabbia è quella parte del progetto su come impaginare un libro, a cui pensare per definire margini e spazi. Ci sono diverse teorie su come ottenere una gabbia armonica. Io ti consiglio di tenere conto che il margine interno del tuo libro perderà un po’ di spazio per via del volume del libro stesso.
L’altro consiglio è di non avvicinarti mai troppo ai bordi del lato esterno, superiore, laterale esterno e inferiore. Il “vuoto” o anche detto il “bianco” serve a leggere meglio, ad entrare fisicamente dentro il libro.
Nella foto qui sopra puoi intravedere quanti tipi di gabbie si possono pensare. È un mio vecchio libro di studi, ossia Estetica E Funzione, Graphic Design, Tecnica E Progettazione di A. Hohenegger, una delle bibbie della grafica della vecchia scuola, appunto, ma sempre attuale.
Quale font scelgo per il mio libro?
Bene, una regola anche qui esiste. Per testi lunghi è sempre bene scegliere un font con le grazie, detti serif, vale a dire quei caratteri i cui punti finali finiscono con delle curvette, dei ricciolini.
Per testi molto brevi, ad esempio per tabelle con dati veloci da leggere, preferisci un font bastoni anche detto sans-serif. Ti lascio questo link dove poter visualizzare dei font senza grazie, sans-serif. E qui la pagina di Google Font con dei font con le grazie, serif.
Anche nella scelta del font, volendo, possiamo fare una scelta “ecologica”. Ci sono font infatti che sono progettati in modo tale da utilizzare meno inchiostro in fase di stampa. Ti lasco questo post Instagram dove ne avevo parlato.
Mi chiamo Stile. Foglio di Stile
I fogli di stile sono una mano santa e ci vengono in aiuto nell’impaginazione di qualsiasi supporto editoriale.
Se mentre scrivi su Word ad esempio, anziché impostare dimensioni e font del carattere, usi i fogli di stile assegnando stile paragrafo, titolo, titoletto, ecc… , quando si dovrà passare alla necessaria fase di impaginazione professionale, chi si ritroverà il testo già ordinato con una logica non solo sequenziale ma anche di significato, avrà vita molto più facile e il lavoro avrà meno margini di errore.
Quale programma usare per impaginare
Non ho parlato di strumenti o programmi specifici volutamente, perché quello che mi premeva in questo articolo era mostrarti quanto lavoro ci fosse nelle fasi preliminari alla vera e propria impaginazione, cioè quando alla fine, evviva, si “cala” il testo del tuo libro.
Posso dirti che per me che mi occupo di grafica editoriale per professione, InDesign è lo strumento “mai più senza”, perché oltre alla parte grafica, tieni in considerazione che ci sono tante specifiche di tipo tecnico da conoscere per non mandare pasticci in stampa.
Però potrebbe anche darsi che il tuo libro all’inizio avrà una versione solo digitale, in cui il cartaceo non è previsto e allora – forse – le regole da mettere in pratica saranno un po’ più “light” ma ce ne saranno ovviamente. 🙂
L’impaginazione è una branca vastissima della grafica, vedrai che avremo modo di parlarne ancora perché gli argomenti sono infiniti.
Leggi altri articoli sul mio blog
- Come creare una griglia Instagram (basta con troppa perfezione)
- Quanto costa stampare professionalmente
- Grafico editoriale cosa fa e come può essere utile per un’azienda green
- Perché impaginare con Canva lunghi contenuti è altamente sconsigliabile
- Non fare un logo in Canva. C’è un’alternativa e te la spiego
Vuoi parlami del tuo progetto che ha a che fare con l’impaginazione? Possiamo farlo, io ci sto! 🙂
Vuoi sapere qualcosa in più sul mio servizio di Impaginazione? Ecco la pagina dedicata.