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Consigli grafici per non grafici

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La grafica è un traduttore visivo, un elemento valorizzante della nostra comunicazione sia on line sia off line. È la punta dell’iceberg di un lavoro sviluppato in precedenza sul piano della strategia. La grafica non può essere la pezza usata per abbellire qualcosa che ancora vacilla, non può essere un “copri fuffa”. Ecco perché ho pensato di dare dei consigli grafici a chi grafico non è.

Questa premessa è doverosa: non sarà un articolo del tipo “9 modi per creare grafiche spaziali”. Non creerò false aspettative. Se invece cerchi qualche dritta molto concreta, allora sei nel posto giusto.

Se non siamo grafici, cosa possiamo realisticamente fare?

Allenare l’occhio è possibile, anche se non si è grafici. Come si fa? Intanto ci si guarda intorno e si prende ispirazione, non prevalentemente da quello che fanno gli altri, quanto più da luoghi virtuali come ad esempio Pinterest, che non è un social ma un motore di ricerca a tutti gli effetti, una sorta di Google che ragiona con foto e ispirazioni visive.

Alcune illustrazioni che ho salvato sul mio account Pinterest, usate come ricerca ispirazionale.

Un altro metodo per allenarsi a progettare visivamente è quello di prendere confidenza con una web app: quella che oggi va per la maggiore è Canva. Bisogna però essere bravi “piloti” nella navigazione e nella progettazione perché il rischio grosso è quello di fare grafiche omologate il cui stile è quello di Canva e non quello dell’identità visiva del nostro brand.

Qui sopra ti lascio un link a un post Instagram dove ti spiego perché “Canva non è il male“.

L’importanza del “vuoto”

Il primo suggerimento che mi sento di dare è l’importanza che dobbiamo dare ai vuoti. Cosa intendiamo per vuoti, o bianchi che dir si voglia? Intendiamo lo spazio libero da elementi vari. Voglio invitarti a considerare l’importanza dello spazio vuoto perché fa leggere meglio e percepire ottimamente tutto ciò che posizioni sui tuoi supporti visivi.

Quando non si sa da dove cominciare a progettare graficamente, si ragiona nei termini di riempire a tutti i costi l’area sulla quale si lavora, pensando che più elementi si inseriranno meglio sarà. Questa è già una cosa pericolosa oltre che inutile e che ti mette poi nella posizione difficile di non sapere più come organizzare il tuo spazio oltre a rendere la lettura molto più difficile. A seguire un esempio.

L’immagine a sinistra è piena ma non per questo risulta essere più leggibile, tutt’altro. A destra una composizione molto più aerea.
Nell’immagine qui sopra puoi notare, evidenziate in rosse, le affettive aree coperte dai vari elementi. A destra c’è molta più leggerezza.

Le gerarchie visive

Quando non si ha ben chiaro di cosa si vuole parlare, io consiglio sempre di prendere prima degli appunti scritti e ragionare per priorità. Priorità 1, 2, ecc… Qual è il messaggio principale che devi trasmettere? E quello di secondo livello? E quello di terzo livello, che solitamente corrisponde a informazioni di contatto o/e la cosiddetta  chiamata all’azione, in gergo la CTA, Call to Action? Quando riesci a ragionare sommando il concetto di lasciare spazi liberi a questo delle priorità, sarai a metà dell’opera.

Un esempio di testo organizzato secondo delle priorità a destra. A sinistra lo stesso effetto senza questo principio.

La regola dei terzi

Adesso arriviamo a parlare della cosiddetta regola dei terzi. Senza entrare troppo nello specifico, è un concetto che rimanda alla “sezione aurea”. Concretamente, possiamo dire che l’area del nostro supporto visivo è otticamente divisibile nei cosiddetti terzi, vale a dire tre spazi verticali e tre spazi e orizzontali. Detto in termini più specifici tre colonne e tre righe.

È scientificamente provato che il nostro occhio va a “posarsi” sugli incroci e di queste colonne e di queste righe. Posizionare in maniera strategica determinati elementi, o comunque tenerne conto, aiuta a leggere meglio le grafiche che progettiamo.

I punti focali sono i punti all’incrocio delle righe.
Photo by Daniel Klein on Unsplash

A che distanza saranno guardate le nostre grafiche?

L’altra cosa molto importante, che potrebbe sembrare banale, è chiederci “ma questa grafica che sto progettando a quale distanza verrà letta?”. Se è una grafica che sarà fruita su uno smartphone, inserire dei testi molto lunghi e piccoli è controproducente. Tutte le informazioni salienti e di utile approfondimento o spiegazione, è sempre meglio inserirle nel copy del tuo testo. Anche qui, la grafica non si sostituisce alla comunicazione scritta o orale, ma diventa un agevolatore.


Non maltrattiamo font e immagini

Ti consiglio caldamente di non far fare lo stretching ai font e alle immagini. Per stretching intendo quella “pratica” relativa allo slargare, stringere, allungare con l’effetto di sproporzionate e togliere eleganza e pulizia.

Puoi sicuramente agire sull’interlinea, vale a dire sullo spazio fra le righe del testo o sul cosiddetto Kerning o in italiano crenatura. Quello che mi sento però di consigliare è di non esagerare con questi accorgimenti tipografici, perché ci vuole un po’ più di consapevolezza progettuale. La stessa cosa vale per le foto; spesso vedo foto “strechate”, slargate o allungate perché magari devono andare a riempire degli spazi che non sono conformi alle proporzioni originali della foto. Se abbiamo a disposizione uno spazio verticale dove inserire le nostre immagini, scegliamo foto a lettura verticale e viceversa per le orizzontali.


Che strumenti usare per progettare

Lo strumento più facile e avvicinabile anche dai non grafici, è sicuramente la web app Canva, utilizzabile sia da computer sia da smartphone. Il bello di Canva è che troverai tantissime grafiche già predisposte e progettare esteticamente in modo molto gradevole e con misure già adattate a seconda dei luoghi virtuali dove pubblicherai.

La cosa negativa di Canva, come accennavo all’inizio, è il rischio di omologarsi, usare grafiche uguali ai tuoi competitor, non avere uno stile riconoscibile perché nel mare magnum delle possibilità, potresti andare in confusione e scegliere di volta in volta diversi template, perdendo così di riconoscibilità visiva.

La cosa migliore è usare Canva “vestendo” le tue grafiche con gli elementi della tua brand identity, vale a dire logo, palette colori e font in primis. E se non sei ancora fornito di questa identità visiva? Allora individuare un modello che è affine al tuo business e usare in massima parte sempre quel modello, modificandolo di volta in volta.


Spero che questo articolo ti abbia dato qualche spunto di riflessione utile per progettare le tue grafiche senza timore del “foglio bianco”. Buon lavoro!


2 Comments on “Consigli grafici per non grafici

Isabella
31 Maggio 2021 a 10:59

Grazie Carolina, davvero molto utile!

Rispondi
Carolina Frangipane
3 Giugno 2021 a 17:26

Grazie a te per il feedback, Isabella! 🙂

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